Diario di bordo: giorno 2

Giornata al museo ma prima di tutto colazione tipica di Madrid. Cioccolata calda e churros che è praticamente una mega crocchetta di patate fritta a forma di ferro di cavallo schiacciato.

L’accoppiamento patata fritta e cioccolata non ha fatto sorridere il mio palato ma va bhe. Ci incamminiamo verso il Prado uno dei musei più grandi al mondo, entriamo senza guida ovviamente è cominciamo a girare così a cazzum.

Ci fermiamo ad osservare il primo quadro, con le braccia dietro la schiena cominciamo a commentare e ad osservare come fanno i vecchietti davanti ad un cantiere edile. Non c’era una didascalia scritta in italiano, andavamo a sentimento.

Davanti a noi si materializzano stanze a doppia entrata, corridoi su corridoi, scale, ascensori. Così i minuti diventano mezz’ore le mezz’ore diventano ore e le ore diventano mezza giornate. Tutto molto culturale ma po dopa basta vè.

troviamo un depliant raffiguranti le opere più famose esposte e che fai dei lì e non le guardi? Così scatta la caccia al quadro appena trovato lo depenni da foglio tipo “c’è L ho” dell’album delle figurine e via alla ricerca del prossimo.

Il museo è così grande che entri piccolo ed esci maggiorenne, credo che alcuni dei visitatori siano nati lì e che non abbiano mai visto la luce del sole. Noi troviamo un uscita per caso, L’attraversiamo come fa un corridore che attraversa per primo la linea del fotofinish cantando liberi liberi di Vasco.
Picasso, Bosch ,Tintoretto tutti visti tranne uno: GUERNICA, lui è al Reina Sofía Museum ma non c’è lo facciamo scappare andiamo anche lì.

Dopo aver visto tutti questi musei, quadri opere vi potrei guardare come fa Sgarbi con i ragazzi delle iene ma preferisco scaricare la mia stanchezza con una sangria e del flamenco ma questo ve l’ho già mostrato ieri.

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